sabato 19 novembre 2011

Tesina- Pirandello

Pirandello
La vita
La vita Nacque nel 1867 ad Agrigento da famiglia ricca e di cultura laica. Trascorse infanzia e adolescenza in Sicilia. Dopo aver frequentato l'università di Palermo e di Roma, si laureò nel 1891 in Germania. Tornato a Roma nel 1893, si dedicò alla narrativa. Nel 1894 sposò Antonietta Portulano. Il 1897 segnò per Pirandello l'inizio di una profonda crisi familiare, a causa dei fallimento della miniera del padre che rovinò il patrimonio suo e quello della moglie. La donna, ebbe un trauma che la portò alla pazzia. Pirandello si dovette impiegare nell'insegnamento presso l'Istituto Superiore di Magistero di Roma, dove  insegno’ fino al 1922. Continuava intanto la sua produzione di saggi, romanzi, novelle e nel 1910 esordi come autore teatrale. A partire dal 1916 si dedicò quasi completamente al teatro e nel 1921 ottenne, la fama. Il dramma “Sei personaggi in cerca d'autore”, suscitò grande scalpore e curiosità: a Milano l'accoglienza di pubblico e critica fu trionfale. Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, si iscrisse al partito fascista. Raggiunta una celebrità mondiale, fondò nel 1926 la compagnia dei Teatro d'arte di Roma di cui fu direttore e regista, per la messa in scena dei suo repertorio. Si legò affettivamente a Marta Abba, attrice. Nel 1934 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura. Morì a Roma nel 1936.
Pirandello è il più grande autore di teatro del Novecento italiano: grazie alla sua consapevolezza della crisi di identità dell'uomo nella società e per la novità della sua opera che sconvolge le tradizionali tecniche espressive nel teatro. La sua visione tragica della vita deriva dalla percezione che nella società borghese c’è la definitiva frattura tra l'io e la realtà, fra individuo e società: la realtà diventa allora il caos inspiegabile della vita e del mondo, così come l'uomo diventa il caos indecifrabile delle sue centomila e nessuna identità. Pirandello rappresenta così una delle voci critiche più alte che dominano nella letteratura europea del tempo. Ma la sua fama arrivò molto più tardi, quando la crisi dei dopoguerra fece maturare le condizioni perché il suo messaggio potesse essere compreso.
La formazione
 Appartenente ad una famiglia della borghesia siciliana che si era distinta nelle lotte garibaldine, Pirandello sentì fin dalla giovinezza una profonda delusione per il fallimento degli ideali risorgimentali e una avversione per la classe dirigente liberale che ne era responsabile. Un'avversione che si tradusse in un atteggiamento di estrancità alla politica. Egli coltivò in solitudine il suo lavoro intellettuale: per Pirandello è l'uomo che è malato, al di là della configurazione politica della società. Del resto, le sue stesse vicende personali – ad esempio la pazzia della moglie, lo obbligarono ad una rìflessione sulla dimensione tragica della condizione umana. Fin dalla sua prima produzione narrativa emerge la tematica che l'uomo è condannato alla sconfitta per l'impossibilita di comunicare con gli altri e di conoscere se stesso. A spiegare questa condizione  si aggiungono:                                             - il sentimento del contrasto tra illusione e realtà, la quale però si rileva illusoria;                      - il sentimento della casualità della vita, che si svolge in un mondo privo di valori e di certezze. I personaggi di Pirandello, infatti, sono quasi sempre dei piccoli borghesi soffocati dalle convenzioni sociali. Ma avvolte, rivelando una voglia di vivere, essi prendono coscienza e reagiscono mediante gesti all’inizio bizzarri. La motivazione di questo atteggiamento dell'autore sta nella consapevolezza di una crisi storica della società borghese. Lui non cerca  le ragioni politiche o sociali, ma rappresenta la condizione dell'uomo che vive in una realtà che non ha senso.
Lingua e stile
Dalla sua poetica e dal  bisogno di rappresentare la tragicità della realtà nasce una lingua cruda, che è diversa dallo stile, dalla sintassi e dal lessico del tradizionali. Il suo stile si distingue così per la sua violenza espressiva, libero da ogni convenzione letteraria, sia nella narrativa che nel teatro.
Il teatro
Il primo teatro pirandelliano, si muove dentro gli schemi  naturalistici, che riproduce nella finzione teatrale la verità oggettiva del reale. Ma Pirandello fin dall'inizio modifica questi schemi perché i suoi personaggi si muovono tra illusione e realtà. Ma intorno al 1917-18 Pirandello sceglie di rinunciare del tutto agli schemi naturalistici e di far risaltare l'assoluta relatività del reale attraverso la struttura stessa della vicenda, facendo in modo che lo spettatore a non capisse più nulla, chi abbia torto e chi ragione. E’ «teatro nel teatro». Voleva rappresentare la dimensione assurda della vita in tutta la sua devastante problematicità e questo lo spinge a eliminare la struttura tradizionale del teatro.
Il teatro diventa così:                                                                                                                    - il luogo stesso in cui si svolge il dramma vero, non quello «finto»;                                             - il luogo in cui si svela il mistero della creazione artistica, dove l'autore  si concretizza nella forma dell'arte.
I romanzi
Il fu Mattia Pascal
Il fu Mattia Pascal (1904) è un’opera che ha avuto successo nel pubblico, è molto innovativa, a cominciare dalla presenza di due introduzioni, nelle quali, attraverso la voce del narratore e protagonista, Pirandello esprime una poetica antinaturalista e una filosofia pessimistica, senza alcuna ragione. Il fu Mattia Pascal, romanzo dal quale è presente il dramma familiare dell'autore e il suo desiderio di  fuga. Mattia Pascal vive un esistenza quotidiana opprimente, a causa soprattutto dei suo matrimonio mai riuscito, finché un giorno trova la forza di fuggire dal suo «inferno farniliare». Vince una grossa somma, poi legge sul giornale la notìzia della sua morte: un cadavere trovato viene identificato per quello di Mattia Pascal. Il caso gli offre l'occasione per rifarsi una vita. Cambia così il proprio aspetto esteriore, assume il nome di Adriano Meis va a vivere a Roma. Ma il senso dì liberazione dura poco. Perchè un uomo inventato, che non ha uno stato anagrafico, cioè il Meis, non riuscirà a ricostruirsi una vita. I problemi gli si presentano da tutte le parti: viene derubato e non può denunciare il furto; ama una ragazza e non può sposarla. Alla fine decide di suicidare Meis e ritornare alla vita passata. Ma anche questo glì sarà impossibile: infatti la moglie si è risposata e tutti si sono abituati all'idea della sua morte.
Sei personaggi in cerca di autore
Nel 1917  Pirandello cominciò a pensare a un romanzo intitolato “Sei personaggi in cerca d’autore”, sviluppato attraverso il lavoro di tre novelle, (Personaggi, La tragedia di un personaggio,Colloqui con i personaggi), fu solo dopo che si trasformò nell’idea di una commedia, messa in scena nel 1921. E’ questa opera teatrale che diede a Pirandello fama internazionale. Per la prima volta egli mostra sulla scena anche ciò che accade dietro le quinte, mentre si prepara la rappresentazione vera e propia. Il pubblico viene infatti coinvolto, anche perché non c’e il sipario. Anche se la vicenda dei sei personaggi ha dei tratti tipici del “dramma” romantico (abbandoni e gelosie coniugali, contrasti familiari, prostituzione ecc.) la sua trattazione appare del tutto diversa  dai modelli ottocenteschi. Ogni personaggio  racconta la sua versione dei fatti, e il dramma nasce proprio dallo scontro tra le varie versioni.
Uno, nessuno, centomila 
(1926). Pirandello  lo definisce il romanzo della scomposizione della personalità, egli dice la realtà siamo noi che la creiamo, mai fermarsi in una sola realtà: si finisce per morire. Vitangelo Moscarda entra ìn crisi il giorno in cuì sua moglie gli fa notare che il suo naso pende a destra, cosa di cui lui non si era mai accorto. Può constatare che l'uorno si crede «uno» ed è invece «centomila», le centomila immagini secondo cui gli altri lo vedono; ma questo equivale ad essere «nessuno». Vuole  dunque  scoprire le molte identità che gli altri gli hanno dato. Appreso di come  i suoi concittadini lo considerano, cerca di distruggere quell'immagine con atti clamorosi, distruggerà i suoi ruoli di amico, marito, ecc. Alla fine, rinuncerà a qualunque forma, immergendosi nel flusso della vita, senza memoria e senza aspettative, vivendo nell'attimo presente. 
È in stretto legame alla sua visione del mondo  la sua poetica: l'arte nuova rappresenta con altre forme il caos di una realtà frantumata,  che costituisce la vita moderna. Di qui la sua poetica dell'umorismo: l'umorista scava più in profondità dello scrittore comico e di quello tragico perché smaschera le menzogne delle convenzioni sociali.
L'«umorismo» è cioè «il sentimento del contrario»: la contemporanea presenza nello scrittore del critico e del poeta, che riproduce nell'opera i due volti della realtà, il comico e il tragico, il riso e il pianto.
Le caratteristiche principali dell’arte umoristica di Pirandello.
L'arte umoristica di Pirandello ama la discordanza, la disarmonia, la contraddizione, , predilige il difforme, il grottesco, l'incongruente, il ridicolo, il dissonante. Nella consapevolezza che la vita -non ha un ordine, un senso, un inizio o una fine -, anche Pirandello nelle sue opere umoristiche punta a strutture aperte e inconcluse. L'arte umoristica respinge le leggi della retorica classica per adeguarsi al movimento libero e spontaneo della riflessione,  Pirandello sceglie il linguaggio quotidiano, l'unico adatto a comunicare una concezione della vita che non rivela nulla di essenziale. La poetica umoristica rifiuta la concezione sia classica, sia romantica, l'arte umoristica non nasce dal rispetto di regole al momento dell'elaborazione (come pensavano i classici), né è espressione della passione o del sentimento o della natura (come ritenevano i romantici).
L'umorismo
Saggio, scritto in occasione di un concorso (1908), che riassume la poetica di Pirandello. Umorismo ed il sentimento del contrario nasce dal combinamento di due forze diverse ma complementari. Le due forze sono, il sentimento, che, crea le situazioni, e la ragione, che interviene e analizza scomponendo i suoi elementi costitutivi e rivelando meccanismi. Pirandello fa un esempio, con una vecchia signora, che si unge i capelli, si trucca goffamente e si agghinda come un ragazzino. La prima reazione nel vederla così conciata e quella di ridere, avvertendo il lato comico della situazione perchè la vecchia è il contrario di ciò che dovrebbe essere una donna seria della sua età. Questo è il momento comico del “sentimento del contrario”. Ma poi interviene la ragione che con la sua riflessione vuole rendersi conto del perchè di questo goffo comportamento e scoprire che questo modo di truccarsi è una forma di autoinganno, la vecchia ha paura della vecchiaia crede di nascondersi comportandosi in questo modo. Questo è il momento del “sentimento del contrario” nel quale al posto della comicità subbentra la pietà per il dramma penoso della povera donna. 

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