sabato 19 novembre 2011

Tesina- storia- 2 guerra mondiale


STORIA
La Seconda guerra mondiale

Il 1 settembre 1939 inizia la Seconda guerra mondiale.
La Germania invade la Polonia ed in solo tre settimane la sconfigge. È una missione facile per il moderno esercito tedesco, corazzato e motorizzato, contro le truppe polacche lente, antiquariate, ancora legate all’intervento della cavalleria.
Grazie alla facile vittoria le truppe tedesche si spostano sul fronte occidentale. Qui, al riparo dalla fortificata e insuperabile linea Maginot, i Francesi attendono l’attacco.
Poi, nella primavera del 1940, Hitler attacca la Danimarca e la Norvegia. Calpestando la neutralità dell’Olanda, del Belgio e del Lussemburgo, aggira la Maginot, penetra in Francia e, vincendo la battaglia della Somme, il 14 giugno entra da conquistatore in Parigi.
Il 22 giugno 1940 la firma di un armistizio disegna la nuova geografia della Francia. La parte settentrionale atlantica è sotto il diretto dominio tedesco; la restante parte e le colonie dipendono dal governo del maresciallo Pétain.

La strategia vincente dei generali tedeschi è la guerra-lampo, condotta con forze corazzate e con quelle aeree.
La sconfitta della Francia lascia solo l’Inghilterra a combattere il Nazismo.
Nell’estate del 1940, quando Hitler fa la cosiddetta “operazione leone marino” (che prevede l’occupazione della britannia), l’Inghilterra è pronta a sostenere l’assalto tedesco. Dal luglio all’ottobre del ’40 l’aviazione tedesca, si fronteggia con quella inglese.
La battaglia aerea e i bombardamenti si susseguono giorno e notte. I danni alle città ed alle industrie sono gravi. Ma la vittoria non favorisce la Germania. Infatti l’impediscono la RAF, le industrie inglesi che producono velivoli in continuazione, l’uso dei radar che permettono di avvistare gli attacchi dei nemici in anticipo.

Dopo un anno di guerra, la Germania nazista subisce la prima sconfitta.
Intanto, il 19 settembre del 1939, l’Italia proclama la “non belligeranza”, cioè il non intervento in guerra. I motivi che costringono Mussolini di non intervenire sono tre: l’impreparazione dell’esercito italiano, l’insufficienza delle risorse industriali, il mancato rispetto di un accordo segreto.
Nella primavera del ‘40, però, il duce, vedendo la grande avanzata della Germania, decide di accelerare i tempi per non arrivare troppo tardi tra le nazioni vincitrici.
Così, il 10 giugno del 1940, da Venezia il Duce annuncia  la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna.
Le truppe italiane si addensano così nella zona della alpi francesi. Sono fornite di fucili; gli autocarri sono insufficienti per un rapido spostamento delle truppe. È preoccupante anche la situazione dell’aviazione che dispone di 1400 aerei, molto lenti antiquati e male armati. L’unico punto di forza delle armate italiane è costituita dalla marina, che dispone di buoni incrociatori e corazzate, ma è priva di portaerei.
“La guerra parallela” con la Germania è persa in partenza. Infatti, mentre le truppe tedesche sconfiggono  i francesi, quelle italiane non riescono a portare avanti l’offensiva. A guerra vinta dalla Germania gli Italiani conquistano  solo una piccola striscia di territorio francese.
Ancora peggio vanno le cose quando, nell’ottobre del 1940, Mussolini decide di conquistare la Grecia in modo da controbilanciare l’espansione nazista nei Balcani. Nel giro di un mese le truppe italiane vengono sconfitte in Albania a causa dell’impreparazione dell’esercito, del gelo e dell’intervento inglese.
Gli unici successi dell'Italia sono conseguiti in Africa, dove nel’40 le truppe italiane occupano la Somalia britannica, il Sudan e l’Egitto grazie anche all’intervento delle truppe naziste. Da tutto ciò si può dedurre che : l’Italia non è in grado di affrontare e condurre una guerra moderna.
Dopo aver stretto un’alleanza militare con la Bulgaria, nell’aprile del 1941 la Germania conquista anche la Jugoslavia e la Grecia.
Il 22 giugno del 1941 Hitler dà il via alla cosiddetta “operazione Barbarossa” con l’intento di invadere la Russia.
La guerra-lampo coglie di sorpresa Stalin e l’esercito russo. Così nel giro di tre mesi i Tedeschi avanzano fino ad accerchiare Leningrado a nord, e giungono nei pressi di Mosca. In poco tempo l’URSS perde l’Ucraina e la Crimea.
I Russi si difendono senza sosta e trovano un valido aiuto nella neve e ghiaccio paralizzano le armate tedesche. In questo modo l’esercito russo si organizza e respinge il pericolo di invasione.

Intanto, nei paesi occupati dai Tedeschi,  si costituiscono dei movimenti antinazisti ai quali è stato dato il nome di movimenti di resistenza. Di questi movimenti fanno parte i partigiani, formati da operai e contadini, intellettuali e studenti, uomini e donne che combattono quotidianamente, favoriscono la fuga verso i paesi liberi. Reti organizzative di Resistenza combattono in Jugoslavia, Francia, Grecia, Polonia e Russia.                
Il 1941 è l’anno in cui entrano in guerra il Giappone e gli USA. Il Giappone diventa ormai una delle massime potenze industriali nel mondo e inizia un’espansione imperialistica nell’Estremo Oriente ostacolata dagli Stati Uniti con ogni mezzo. Quando i Giapponesi iniziano a penetrare nei territori dell’Indocina, il presidente americano Roosevelt ordina di chiudere il canale di Panama  e decide di bloccare le forniture di materiale strategico al Giappone. Ostacolando in ogni modo il Giappone.
L’attacco del Giappone alla flotta americana spinge  gli USA a dichiaragli guerra.

La situazione della Germania continua a peggiorare. La mancata sconfitta dell’Inghilterra e dalla Russia produce difficoltà nel controllare un immenso territorio. Accanto alla Germania e al Giappone, si aggiunge un’Italia che aveva scarso peso militare.
Ora la situazione è a favore degli alleati. Infatti, gli Americani, riconquistano i territori occupati dai Giapponesi, nello stesso tempo le truppe inglesi travolgono i reparti italotedeschi in Africa settentrionale. Gli eserciti nazifascisti sono costretti a lasciare l’Africa.
Allo stesso tempo, in Russia, a Stalingrado l’armata tedesca è sconfitta e costretta ad arretrare. La Germania non è imbattibile. Ciò aiuta i paesi neutrali e i movimenti di resistenza.
Ma la situazione di guerra non era buona. La popolazione italiana vive male. Mancano i generi di prima necessità e molti prodotti sono razionati.. Ritorna il baratto. Fiorisce il mercato nero (la vendita clandestina).
Quando poi gli alleati angolo- americani sbarcano in Sicilia (9-10 luglio 1943) anche tra i militari si espande la sensazione di una sconfitta ormai inevitabile.
La notte del 25 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo, vota la sfiducia a  Mussolini. La notizia della caduta del Fascismo provocauna grande gioia. L’Italia è tutta antifascista.
Il re convoca il duce e lo fa arrestare : così si conclude il ventennio fascista.
Prende il suo posto il maresciallo Pietro Badoglio. Questi scioglie immediatamente il Partito Nazionale Fascista, libera i detenuti politici ed abroga tutte le leggi razziali.
Ma il generale, che pure ha sciolto il Partito fascista, nei 45 giorni del suo governo non esita a usare l’esercito contro le sommosse popolari. Ancor più grave è l’atteggiamento del governo in politica estera; mentre i Tedeschi, inviano un gran numero di divisioni in Italia, Badoglio conduce per più di un mese un «doppio gioco» con i Tedeschi e con gli Alleati per ottenere una pace separata.
Le trattative segrete con gli Alleati portano alla firma dell’armistizio:  l’8 settembre 1943. Ora l’Italia è spaccata in due : al Sud gli Alleati, al Centro-Nord i Tedeschi. Dopo lo sbarco alleato Badoglio, il re ed altri generali, scappano a Brindisi.
I Tedeschi, adesso, sono un esercito arrabbiato perchè si sentono traditi, radono al suolo interi paesi, rubano o distruggono opere d’arte, deportano e violentano.
In questo momento di grande confusione un commando di tedeschi libera Mussolini dalla sua prigione e lo trasporta in Germania. Mussolini dichiara di voler continuare la guerra al fianco del vecchio alleato nazista e poi, proclama la Repubblica Sociale Italiana ( RSI ).
L’Italia è in confusione.

Dopo il 1943, nel Centro-Nord d’Italia operano delle formazioni di partigiani, cioè patrioti che conducono la guerra contro i Tedeschi e i fascisti. I partigiani sono costituiti da operai  e studenti, contadini  ed intellettuali, impiegati e professionisti.
Un ruolo fondamentale è svolto dalle formazioni partigiane della sinistra, quali le brigate «Garibaldi» comuniste e «Matteotti» socialiste.
Tutti i partiti che operano nella Resistenza formano degli organismi militari chiamati Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) con sede centrale a Roma ed ad un CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con sede a Milano.
I partigiani ostacolano i  Tedeschi. La Resistenza è l'unica guerra veramente sentita dagli Italiani.
Contro i partigiani, i Tedeschi e i fascisti della RSI condussero una spietata repressione condotta con violenza, come avvenne ad esempio alle Fosse ardeatine.
Intanto sul piano politico, il 13 ottobre 1943, l’Italia dichiara guerra alla Germania ed è riconosciuta come paese alleato con gli Alleati, che stanno  liberando il territorio italiano. Il 4 giugno 1944 è liberata Roma dopo aver bombardato Cassino.
Per circa un anno gli Alleati si scontrano con i Tedeschi.
Solo nella primavera del 1945 gli Alleati riescono a sfondare lo sbarramento tedesco e a liberare la Pianura Padana. Il 25 aprile 1945 l’Italia è libera.
Tre giorni dopo Mussolini viene catturato e fucilato dai partigiani mentre tentava di fuggire in Svizzera.
Il 6 giugno 1944 delle divisioni di soldati americani, inglesi e francesi, sbarcano in Normandia. In pochi mesi gli anglo-americani occupano la Francia settentrionale. Il seguito l’esercito francese entra a Parigi libera.
Nel frattempo sul fronte orientale i Sovietici continuano ad attaccare i Tedeschi.
L’Armata Rossa avanza nella Russia centrale, in Ucraina e in Crimea giungendo alle porte della Romania e della Polonia e provocando la caduta dei regimi filonazisti rumeni.
Mentre i Sovietici avanzano verso la Germania, nel 1944 gli anglo-americani vengono bloccati da un’inattesa controffensiva tedesca sulle Ardenne, da Hitler. Dopo  quest’ultimo tentativo tedesco, nella primavera del ‘45 gli Alleati sconfiggono le ultime resistenze tedesche.
Il 25 aprile 1945 gli anglo-americani e i sovietici si incontrano sul fiume Elba. Dopo pochi giorni, Hitler si suicida nel suo bunker. Il 7 maggio del ’45 la Germania si arrende senza condizioni agli Alleati. Il III Reich è cancellato.
A quel punto la guerra è finita.
Delle potenze del Tripartito resta solo il Giappone, che resiste tra le isole del pacifico e sembra intenzionato a non arrendersi.
Il nuovo presidente americano Harry Truman, d’accordo col ministro inglese Churchill, decide di accelerare i tempi utilizzando la un potente mezzo di distruzione.
Il 6 agosto 1945 un aereo americano  slancia una bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima. La bomba distrugge edifici, provoca 240 mila morti e 100 mila feriti. Tre giorni dopo,viene lanciata una seconda bomba atomica su Nagasaki. Di fronte alla tragedia provocata dagli ordigni nucleari, il Giappone si arrende. La resa è firmata il 2 settembre 1945.
Gli U. S. A. “giustificano” l’uso della bomba atomica con la necessità di porre fine al conflitto che, avrebbe provocato migliaia di morti. Probabilmente l’atto americano, però, intende anticipare la Russia che è sul punto di dichiarare guerra al Giappone e che avrebbe potuto estendere, così, la sua influenza sul Pacifico. Hiroshima e Nagasaki segnano dunque l’inizio non solo dell’era atomica, ma anche l’inizio della rivalità tra le due superpotenze.  

Nel 1945, i rappresentanti dell’URSS, degli USA e dell’Inghilterra, si incontrano a Crimea per decidere le sorti della Germania ed il futuro assetto dell’Europa.
La Germania è divisa in quattro zone d’occupazione, controllate dai Russi, dagli Inglesi, dagli Americani e dai Francesi; inoltre si decise che avrebbe dovuto pagare ingenti riparazioni di guerra. Infine fu deciso di sottoporre i principali criminali nazisti ad un processo internazionale.L’Italia perde tutte le sue colonie (Eritrea, Libia, Somalia, Etiopia), che diventano Stati indipendenti.

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